Sono di ritorno da Stavanger, dove abbiamo disputato il terzo Grand Slam della stagione. Abbiamo concluso con un nono posto, tutto sommato non è un brutto risultato.
Durante questo torneo ho riflettuto su un punto: quanto le caratteristiche positive di un giocatore possano anche, se estremizzate, diventare i suoi limiti.
Facciamo l’esempio di un giocatore che affronta il pre-gara e la gara stessa con grande tranquillità: questa è sicuramente una caratteristica positiva, si sa come ansia e tensione possano essere avversari a volte ben più duri dei propri rivali sul campo. Ma a volte questa tranquillità si può trasformare in superficialità: proprio qui a Stavanger ho visto con i miei occhi giocatori di alto livello affrontare gare con una calma che sconfinava nell’assenza di focus, mancava loro quella “intensità” che io ritengo indispensabile per una performance ottimale.
Sul versante opposto, ho visto giocatori che affrontavano la loro partita con grande determinazione (qualità positiva), ma con una intensità così grande che si trasformava in rabbia. La rabbia non è un sentimento utile nel migliorare la performance, e le urla bestiali che lanciavano alcuni giocatori (a dire il vero più alcune giocatrici) mostravano anch’esse un direzionamento del focus sbagliato.
Proprio a proposito di focus sbagliato, è incredibile quello che sta accadendo tra le squadre di alcune nazioni, ad esempio Svizzera e Germania (parlo soprattutto del femminile). La competizione tra queste squadre dello stesso paese ha raggiunto un livello talmente alto (ricordo che alle Olimpiadi possono andare solo 2 squadre della stessa nazione, mentre nei tornei del World Tour ne sono presenti 4 o anche 5) che la maggior parte delle giocatrici mette gran parte della loro attenzione sui risultati delle altre squadre, perdendo così il focus e dando priorità a cose sbagliate. Questo sta causando un calo evidente in alcune giocatrici che pure si trovano nei primissimi posti del ranking mondiale. Un allenatore di una squadra tedesca mi ha confidato che dal prossimo torneo proibirà alle proprie giocatrici di aprire il sito dove si leggono i risultati del torneo (e quindi di vedere i risultati delle altre squadre tedesche), nonché di andare sui social networks dove si commentano le varie partite. Questo, appunto, per riportare il focus delle proprie atlete sulle cose che possono controllare in prima persona (i LORO allenamenti, le LORO performance, i LORO problemi) e tralasciando tutto ciò su cui non possono influire.
Uno dei compiti più importanti e più difficili da svolgere per un allenatore è proprio quello di portare (o ri-portare) il focus dei propri atleti su ciò che può essere da loro controllato e determinato. Caratteristica indispensabile di un giocatore di livello è quella di dimenticare tutto ciò che accade intorno a se e di concentrarsi su ciò che può controllare in prima persona.
Tranquillità senza superficialità, intensità senza rabbia, focus su ciò che è diretto da noi…aggiungiamoci un buon bagher, ed avremo il campione!
Ci sentiamo per il mondiale 🙂
The Coach