Cari lettori,
questa rubrica nasceva con l’intento di condividere con voi le emozioni che il beach volley porta con se. Oggi di emozione ne ho vissuta una davvero forte, al termine di una serie di 3 partite che abbiamo giocato con le mie squadre qui a Cagliari, dove è in corso la finale del campionato europeo. E’ un’emozione profonda e personale, ma non privata. Secondo me tutto ciò che da’ pathos in maniera pura è bello da raccontare al mondo.
Ogni partita, almeno per come le vivo io, è sempre una piccola metafora di vita, è sempre una piccola avventura che ci porta verso nuove scoperte Nella partita c’è l’inizio, la fase di mezzo, ed il finale. Le 3 partite di oggi erano state contro la Francia, la Svizzera e l’Italia. Al termine dell’ultima partita, dopo aver finito il meeting che faccio sempre con le ragazze per analizzare le cose buone e quelle meno buone del match, mi e arrivato un sms. Il mio papà era morto, dopo alcuni giorni di sofferenza seguiti ad un ictus. Ho pensato: se ne è andato durante le partite delle mie squadre e magari, per una volta, mi avrà visto lì a bordo campo, ad emozionarmi ed a soffrire per le mie ragazze.
Ora sono in volo, di rientro su Roma.
E ripenso a tutta la mia carriera, di giocatore e di allenatore. Ricordo di quanto papà non volesse che io giocassi a livello agonistico, di quanto mi abbia scoraggiato a fare l’atleta, di quante volte mi abbia detto che fare l’allenatore di beach volley non fosse un vero lavoro. E, così facendo, mi ha reso sempre più ostinato e convinto delle mie decisioni, facendomi vivere con ancora più convinzione le mie scelte. Senza questo papà, non sarei dove sono ora.
Grazie Papà
The Coach