Cari lettori,
è un po’ di tempo che non ci sentiamo, ma di certo non mi è finito l’inchiostro!
Vi vorrei raccontare delle incredibili emozioni che mi ha regalato l’ultimo torneo della scorsa stagione, che si è disputato in Sudafrica sulla spiaggia di Durban. Dunque io arrivo a Johannesburg per fare scalo, e sento nell’aria una grande tensione, come delle vibrazioni. Poi, appena arrivo nella sala principale dell’aereoporto, mi imbatto in un immenso coro, composto da centinaia di persone, che intonano una sorta di canti gospel; ad un tratto la mia attenzione è attratta da un quotidiano lasciato su una sedia…perbacco, stanotte è morto Mandela, il grande Nelson Mandela!!! Nel volo successivo, che mi porta a Durban, leggo le decine di articoli che tutte le edizioni straordinarie dei quotidiani sudafricani dedicano al grande leader della lotta anti-apartheid.
Un paio di giorni dopo, si svolgono a Soweto i suoi funerali, davanti a tutti i grandi della terra. Noi ci stiamo allenando, e qui accade una cosa magica, che mi fa accapponare la pelle e che non scorderò più per tutta la vita. Gli altoparlanti del campo centrale, dai quali di solito si ascoltano gli stacchetti musicali tra un’azione e l’altra ed i commenti dello speaker, si collegano in diretta con Soweto. Da quel momento, durante l’allenamento, sentirò in diretta le voci di Obama e di tutti gli altri che portano la loro testimonianza ed il loro omaggio a Mandela. Mi sento come testimone della Storia (quella con la S maiuscola!), qui, su una spiaggia del Sudafrica, proprio nel momento in cui questo paese celebra il suo eroe. Dagli altoparlanti si odono i discorsi, e poi i boati della folla, ed io vedo l’oceano davanti a me, ed il vento porta con se queste voci che sembrano arrivare dall’ignoto. Ho come l’impressione che Natura e Storia in questo momento si uniscano davanti ai miei occhi, e ne sono commosso…
La morte di Mandela sconvolge anche la struttura del torneo. Il governo vieta la disputa di qualsiasi avvenimento pubblico la domenica (giornata che viene dedicata alla memoria del leader), quindi gli organizzatori si vedono costretti a comprimere le fasi finali. E così, con le mie due squadre che erano rimaste in lizza, abbiamo disputato la prima partita il sabato mattina alle 6! Che spettacolo, la sveglia alle 4.30, il caffè nel tendone dei giocatori alle 4.45, l’inizio del riscaldamento alle 5…ed il sole che sorgeva, ed un vento impetuoso che agitava l’oceano imponente davanti a noi. Abbiamo vinto? Abbiamo perso? Questo non è importante, quello che ci è rimasto di questo torneo è ben altro!
The coach